giovedì 24 giugno 2010

Siete voi la nostra memoria


Ricordo che quand'ero bambina adoravo fare le vacanze a casa della nonna ed il momento che più apprezzavo era quando arrivava l'ora di coricarsi. Io dormivo con la mia cara nonnina ma prima di addormentarmi mi facevo raccontare delle storie; non ascoltavo delle semplici fiabe, ma ascoltavo la storia della sua vita. Le ho sentito raccontare quelle storie più e più volte e ricordo che spesso volevo mi raccontasse di come ha vissuto durante gli anni della seconda guerra mondiale. Ero affascinata nel sentirle raccontare vicende così inusuali per il mio tempo e cercavo di cogliere qualsiasi singola parola da lei pronunciata per non poterle mai dimenticare. Ad oggi posso dire che ricordo perfettamente le sue vicende e questo mi fa capire come l'intensità di certe esperienze possa essere trasmessa anche attraverso dei semplici racconti. Io voglio in futuro poter raccontare agli altri quello che lei ha raccontato a me per portare oltre dal suo tempo la sua memoria.

Spesso incontro anziani che vogliono scambiare due chiacchiere perchè si sentono soli, perchè cercano compagnia. La maggioranza delle persone non li bada perchè non ha il tempo di fermarsi ad ascoltarli. Io vi consiglio ti trovarli 5 minuti per scambiare una parola con queste persone saggie che hanno un bagaglio di esperienze da non sottovalutare.

Ognuno ha i suoi gusti


Per un anziano l'alimentazione deve essere adeguata ed equilibrata rispetto a ciò di cui ha bisogno giornalmente. Per le persone affette da demenza è necessario prendere in considerazione anche altri aspetti. E' riscontrato infatti che una scarsa alimentazione porta nelle persone non autosufficienti un peggioramento del loro stato di salute. Negli istituti per persone anziane deve essere garantita una giusta alimentazione rispetto alle necessità del soggetto ed alle sue preferenze. Bisogna tener presente che nelle persone malate di demenza è necessario un maggiore fabbisogno energetico ed i gusti dell'anziano cambiano durante il decorso della malattia (infatti vengono rifiutati cibi che prima piacevano e se ne preferiscono degli altri). E' altrettanto importante sapere che in determinate zone territoriali si preferiscono alcuni cibi piuttosto che altri, questo perche si considerano gli aspetti sociali nel quale l'anziano è inserito. Un indicatore per conoscere lo stato alimentare dell'anziano è il BMI (indice di massa corporea) ma si devono valutare inoltre il peso e le condizioni della bocca e della dentatura.
In sostanza gli operatori si devono preoccupare di garantire l'assunzione della giusta quantità di liquidi e calorie.

mercoledì 23 giugno 2010

Amici animali


E' stato dimostrato che inserire degli animali negli istituti per anziani ha una funzione terapeutica nei confronti degli utenti. Chi possiede un animale infatti presenta meno fattori di rischio per la sua salute e diminuisce l'insorgenza di malattie cardiocircolatorie rispetto a chi non possiede un animale. I "piccoli amici" hanno effetti positivi sul piano psichico, fisico e sociale, ma soprattutto danno alle persone gioia, fiducia, divertimento, dolcezza, consolazione e le proteggono dall'isolamento e dalla solitudine.
Sembra che gli animali siano in grado di ridurre lo stress perchè deviano l'attenzione dagli eventi spiacevoli come le malattie e la morte, pertanto riescono a migliorare la qualità della vita di molti anziani.
Per quanto concerne gl anziani effetti da demenza , gli animali diventano un punto di contatto soprattutto dove i parenti ed il personale non riescono ad accedere.

In alcuni istituti si offre la "TERAPIA CON GLI ANIMALI", ossia una terapia effettuata da terapeuti specializzati che svolgono la propria attività con l'ausilio di animali. Queste attività richiedono ovviamente competenze riguardo il comportamento degli anziani e degli animali stessi.

Un'attività finalizzata all'allenamento della memoria è stata effettuata con l'ausilio di un Labrador che portava diversi oggetti agli anziani disposti in cerchio. L'oggetto che veniva loro consegnato faceva riaffiorare dei ricordi alle persone dementi e li costringeva a raccontarli. L'utilizzo del cane motivava anche al movimento quando per parlare era necessario lanciare una palla che il cane raccoglieva se per caso questa cadeva a terra.

Tutto questo ci fa comprendere come anche le persone affette da demenza siano in grado di occuparsi di un animale sentendosi così più autosufficienti e più propensi a partecipare ad altre attività.

mercoledì 9 giugno 2010

Arteterapia con i pazienti Alzheimer



L'attività dell'ARTETERAPIA è ritenuta valida perchè è in grado di interpretare il decadimento cognitivo ed il comportamento dell'anziano affetto da Alzheimer. Nello specifico attraverso questa tecnica si ha la possibilità di comprendere l'inespresso verbale e vengono sempre controllate le dinamiche del comportamento e quelle emotive, riuscendo così a captare le situazioni di decadimento patologico e cognitivo.

L'Arteterapia è importante perchè con gli anziani dementi la comunicazione risulta distorta e spesso difficile da capire. E' proprio attraverso l'uso dei colori e da come vengono utilizzati che si riescono a monitorare gli obiettivi che succesivamente serviranno per cambiare o mantenere le strategie proposte per ciascun utente. Un esempio di obiettivo relativo a quest'attività è quello di monitorare la percezione che ha un anziano affetto da Alzheimer del proprio viso e cercare di lavorare sulla percezione che la persona ha di esso. In fase di decadimento si può notare come da una percezione del viso normale si passi ad una mancata percezione dell'interno del viso (non vengono disegnati il naso, gli occhi, la bocca oppure vengono disegnati ma in modo spropositato).

venerdì 4 giugno 2010

Quantità o qualità?!?!???



Spesso la professionalità di un educatore viene misurata in base alla quantità di gente che è in grado di portare alle attività. Deve risultare ovvio però che l'attività educativa va ben oltre la quantità perchè viene strutturata e finalizzata attraverso l'unione tra l'équipe di reparto e l'organizzazione di un PEI (piano educativo individualizzato). Ciò che ne consegue è un lavoro sull'anziano che tiene conto della sua in dividualità e delle sue esigenze.

Le attività svolte durante la giornata vengono divise in vari momenti proprio per dare una continua cadenza quotidiana dei tempi. E' importante perchè così facendo si orienta il soggetto nel tempo e nello spazio creando dei punti di riferimento giornalieri. Tutto questo deve avvenire incastrandosi con la gestione del quotidiano della persona. Le attività sono organizzate con lo scopo di mantenere il più possibile le facoltà psico-sensoriali della persona. Le attività si suddividono in individuali e di gruppo e consistono in: riattivazione mnemonica, riabilitazione cognitiva, attività espressive, attività finalizzate alla proceduralità.

Un esempio di attività è l'AROMATERAPIA DI GRUPPO. Gli ospiti vengono stimolati a livello dei 5 sensi attraverso la somministrazione di profumi ed odori particolari. Quest'attività produce particolari dinamiche relazionali e favorisce una pluralità di processi mentali sia a livello emozionale che mnemonico. Le dinamiche che sorgono favoriscono l'autostima ed i processi humoral comportamentali.

sabato 29 maggio 2010

Inserimento verso l'integrazione


Il processo di accoglienza della persona anziana all'interno dei servizi residenziali consiste nell'imparare a comprendere le proprie emozioni, ad utilizzare tecniche comunicative, ad ascoltare ed a sviluppare una comprensione empatica dei vissuti emotivi dell'altro.
Per un anziano l'inserimento può essere vissuto come un momento di crisi, di cambiamento di vita, di perdita del ruolo sociale, di distacco dalla famiglia e dal proprio ambiente, di declino delle capacità funzionali: tutto questo pone la persona in un uno stato d'ansia e comporta una perdita dell'autostima.L'anziano vede le altre persone come una minaccia ed ha paura a comunicare con loro, pertanto le capacità degli operatori non devono limitarsi ad aspetti tecnici ma devono essere caratterizzate da abilità psico-sociali e relazionali.

Saper informare nel migliore dei modi l'anziano durante l'accoglienza richiede capacità e conoscenze specifiche per poter trasmettere informazioni adeguate alla tipologia di utente ed instaurare un rapporto corretto e consapevole. Le informazioni devono essere chiare e si deve sempre verificare se la persona è riuscita a comprenderle. La comunicazione deve essere implementata dal linguaggio non verbale come ad esempio un sorriso che possa ispirare serenità e fiducia. Bisogna parlare con calma e prestare attenzione al tono della voce che può essere modificato per enfatizzare le informazioni importanti. E' necessario saper ascoltare per poter aspettare a prendere iniziative fino a quando l'anziano non ha finito di parlare.

Nel rapporto tra l'anziano e gli operatori il momento dell'accoglienza è fondamentale per favorire un'intesa fondata sulla fiducia e la comprensione. L'educatore deve essere empatico perchè è dalla consapevolezza dei sentimenti altrui che riesce ad assistere ed a prendersi cura della persona. Le caratteristiche che deve avere una relazione di aiuto sono:
- valorizzazione della comunicazione e dell'ascolto
- interesse per tutta la durata della relazione
- presa in carico dell'anziano, delle sue esigenze
- conoscenze e competenze adeguate
- rispetto per la persona
- responsabilità ed attenzione nei confronti della persona da assistere.

Attraverso la relazione interpersonale si può dare sostegno emotivo all'anziano dandogli la possibilità di confidarsi senza sentirsi rifiutato. La relazione di aiuto può: provocare un cambiamento di atteggiamento, offrire nuove conoscenze per affrontare nuove difficoltà, aumentare l'ottimismo, aumentare la motivazione e la capacità di affrontare i problemi.
LA RELAZIONE DI AIUTO E' TERAPEUTICA QUANDO E' IN GRADO DI GENERARE UN CAMBIAMENTO POSITIVO.

martedì 25 maggio 2010

Centro Diurno: che cos'è e che cosa si fa


Il Centro Diurno è un luogo di accoglienza che permette di ascoltare e tutelare gli anziani in condizioni di fragilità. E' un servizio importante che garantisce assistenza qualificata per il mantenimento a domicilio dell'anziano. Il Centro Diurno risponde all'incremento delle demenze per riuscire a dare sostegno alle famiglie.
E' definito un presidio socioassistenziale semiresidenziale per persone anziane autosufficienti e non, che hanno il bisogno di una supervisione e di aiuto quotidiano. Questo servizio cerca di promuovere la domiciliarità per consentire il più possibile la permanenza a casa dell'anziano, e inoltre si integra con altri servizi per garantire assistenza qualificata. E' decisamente un aiuto importante che viene offerto alle famiglie per poter alleviare l'impegno che richiede la gestione di un anziano in casa.

Le attività che gli anziani possono svolgere all'interno del Centro Diurno hanno l'obiettivo di mantenere e compensare le capacità residue dell'autonomia funzionale e dalla cognitiva personale. Promuovono inoltre le relazioni interpersonali e la socializzazione per evitare il fenomeno dell'isolamento e per migliorare l'autostima. E' dimostrato infatti che potersi esprimere contrasta il decadimento psicofisico della persona.
Gli inserimenti nei Centri Diurni sono a carattere temporaneo.
I servizi che vi vengono offerti sono finalizzati alla valorizzazione dell'identità dell'anziano nel suo ambiente familiare promuovendo così le sue capacità di autodeterminazione.
Il Centro definisce con l'équipe il percorso di sostegno dedicato alla singola persona per poter prolungare il mantenimento dell'anziano a casa propria e per aiutarlo ad avere un legame con il contesto territoriale e sociale il quale è molto importante per il benessere e l'identità personale.