venerdì 14 maggio 2010

Una tecnica educativa può valere più di un farmaco?


Negli ultimi anni sono stati fatti molti sviluppi nei confronti di anziani affetti da demenza, nello specifico si è compreso che l'uso dei farmaci deve essere limitato sia per i limiti che gli stessi farmaci hanno, sia perchè gli operatori ritengono che il primo trattamento deve essere comunque quello non farmacologico.
Questo significa che la persona deve essere il più possibile stimolata.
Non esiste un modello di cura per l'anziano affetto da demenza, ma si ritiene esistano delle possibilità che possono essere recepite da più modelli sintonizzate con la situazione ambientale, relazionale e sanitaria che bisogna affrontare.

I Centri Alzheimer in Svezia hanno un approccio nei confronti della cura della demenza che cerca di bilanciare l'ambiente di vita dei loro pazienti. Nello specifico cercano di ricreare ambienti dove possano essere bilanciati i diversi stimoli sensoriali, ma allo stesso tempo si ricostruisce un ambiente familiare per far sentire la persona a proprio agio.

Una terapia innovativa introdotta nei Nuclei Alzheimer è la TERAPIA DELLA BAMBOLA.
Alle anziane affette da demenza viene data una bambola da accudire, questo perchè è importante considerare il ruolo che la bambola occuperà all'interno di una relazione affettiva con la paziente. Le prospettive riguardo la relazione possono essere 3:
1) la paziente riconosce la bambola come un oggetto inanimato e quindi lo manipola per poi dimenticarselo;
2) la paziente accudisce la bambola accudendola come un bambino;
3) la paziente può alternare momenti di forte accudimento nei confronti della bambola e momenti di disattenzione.
E' necessario prendere in considerazione che la capacità di porsi in relazione con l'oggetto è data dall'integrazione delle componenti istintuali della persona.
La bambola quindi è uno strumento che stimola l'attivazione di memorie favorendo l'accudimento di tipo materno, ossia l'utilizzo terapeutico della bambola evoca le dinamiche proprie relazionali dell'infanzia e della maternità e stimola le emozioni arcaiche soprattutto nelle persone affette da demenza avanzata.
E' stato dimostrato che la cura della bambola ha favorito la diminuzione dei disturbi comportamentali.
Le bambole sono appositamente studiate per favorire il contatto relazionale, infatti il peso della bambola, la posizione allargata delle gambe, il materiale impiegato e lo sguardo laterale favoriscono l'approccio e la cura del bambino.

In conclusione possiamo dire che le terapie non farmacologiche come ad esempio quella della bambola possono incidere su alcuni disturbi come la demenza. Con questa attività i soggetti sono apparsi più tranquilli e rilassati tanto da poter ridurre la terapia farmacologica. E'stato verificato un miglioramento della qualità della vita con una maggiore partecipazione alle altre attività educativo/riabilitative.
Tutto questo serve a dimostrare che terapie come questa puntano molto sull'aspetto relazionale inteso come rapporto empatico e sul miglioramento dell'ambiente ritenendosi così utili nella fase più disturbante della demenza.
Inoltre è importante sottolineare che questa terapia ha notevolmente ridotto il burn out negli operatori addetti alla cura degli anziani.

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